Prima di addentrarci negli aspetti psicoemotivi della fase mestruale, mi sembra giusto ricordare in che cosa consista. Ricordo inoltre che non sono un medico, ma allo stesso tempo trovo importante incorporare aspetti fisiologici nei miei discorsi per spiegare parte dei processi psicoemotivi che affrontiamo ogni mese durante tutto il ciclo mestruale.
Il periodo del flusso mestruale più comune dura tra i 3 e i 5 giorni, ma è considerato normale anche nel caso duri tra i 2 e i 7 giorni: la variazione dipende dal calibro delle arteriole interessate dall’emorragia (leggi il mio approfondimento sui disturbi mestruali). La perdita media di sangue durante le mestruazioni è di 35 millilitri. La conseguente perdita di ferro, che è il costituente principale dell’emoglobina contenuta nel sangue, si aggira sui 3-30 mg per ogni mestruazione normale. La regolare integrazione alimentare di ferro e vitamina B, essenziali per la produzione dei globuli rossi, è quindi un elemento fondamentale per la salute e il benessere.
A livello psicofisico, la fase mestruale è la più faticosa: il rilascio di sangue porta il corpo a raffreddarsi e la mente a rallentare, permettendoci di ascoltare di più la nostra interiorità. L’ideale sarebbe delegare le incombenze e ritagliarsi del tempo e dello spazio in casa per mestruare in santa pace. Invece, la maggior parte di noi non può assentarsi dal luogo di lavoro/studio e spesso, per proseguire nelle attività quotidiane, si ritrova a usare palliativi farmacologici. L’abuso di antidolorifici è uno dei problemi maggiori che riscontro durante un percorso di consapevolezza sul ciclo mestruale, in quanto il farmaco ha la capacità di “zittire” tanto il dolore quanto il sentimento che esso racchiude.
Attualmente, a molte giovanissime viene prescritta una terapia ormonale per “tenere sotto controllo” il dolore o per “normalizzare” le mestruazioni (leggi il mio approfondimento sull’irregolarità mestruale), ma sinceramente non sono d’accordo con questa tendenza. A meno che non vi siano situazioni patologiche importanti, infatti, la produzione ormonale di una ragazzina può essere riequilibrata con un’alimentazione corretta e attività fisica. Siamo così dipendenti dai farmaci che non ci rendiamo conto di quanto possano essere dannosi per la nostra salute (e per le nostre emozioni).
Molte manifestazioni di sofferenza (principalmente fisica) durante la mestruazione hanno origine psicosomatica e si possono attenuare con un percorso di ascolto e comprensione: abbiamo visto che durante la fase premestruale il nostro inconscio lavora per permetterci di “lasciare andare” ciò che non ci serve, tanto a livello corporeo quanto emozionale. La mestruazione sopraggiunge nel momento in cui la mente e il corpo si muovono all’unisono per rielaborare il mese ciclico appena concluso. La sofferenza si presenta quando tratteniamo qualcosa, ci irrigidiamo su convinzioni (soprattutto su noi stesse) che ci fanno del male e che ci inducono a voler “zittire” questi sentimenti perché ci sentiamo vulnerabili e non in grado di gestirli da sole. È comprensibile ricorrere a un palliativo nel momento in cui crediamo di non essere capaci di affrontare diversamente la situazione, ma ricordo che un buon percorso di sostengo emotivo può fare la differenza sulla qualità della vita.
In questa fase, la sfera emozionale è sollecitata da diversi stimoli interni che portano a un crescente desiderio di solitudine, utile per elaborare sensazioni, emozioni e sentimenti maturati durante il mese ciclico. La durata di questa fase di elaborazione cambia in base alla nostra predisposizione a lasciare andare situazioni, persone ed eventi che hanno sempre esulato dal nostro controllo. Quello di “lasciare andare” è un concetto molto in voga, nel nostro Paese: spesso, però, sentite parlare di quanto sia importante “lasciare andare” persone/esperienze/emozioni senza che vi venga spiegato il senso di questo atto.
Essere in grado di distaccarci da qualcosa significa che abbiamo fatto esperienza di quella stessa cosa, ne abbiamo capito il senso, e abbiamo scelto responsabilmente di non averne più bisogno. La chiave di tutto è l’esperienza: non è possibile lasciare andare qualcosa solo con la forza del pensiero (come erroneamente vi insegnano). Lasciare andare è un dono che facciamo tanto a noi stesse quanto agli altri.
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4 pensieri su “Educazione Mestruale: la fase mestruale”