benessere di coppia, crescita personale, sessualità di coppia

Relazioni di coppia e stili di attaccamento

Il nostro modo di relazionarci con gli altri dipende dalle esperienze di attaccamento e separazione vissute nella prima infanzia. Le modalità appresa nel corso dell’infanzia ci sensibilizzano infatti rispetto alle successive esperienze analoghe, alle quali risponderemo anche da adulti, con la stessa intensità, passione, tenerezza, disperazione, rabbia o impotenza della bambina che siamo state.

Soprattutto nella relazione di coppia tenderemo a trasferire le FERITE EMOTIVE e il grado di fiducia percepita in base al tipo di attaccamento vissuto da piccole.

Per questo motivo nelle relazioni di coppia si possono riscontrare le stesse dimensioni che caratterizzano il legame di attaccamento:

  • effetto mantenimento del contatto: gli adulti desiderano il contatto con il loro partner quando sono in condizioni di stress;
  • effetto rifugio sicuro: si sentono rassicurati se è il/la partner a confortarli;
  • effetto ansia da separazione: sono in ansia se il/la partner non è accessibile;
  • effetto Base Sicura: vivono una vita sociale più appagante se riescono a contare sul/lla partner

COSA S’INTENDE PER ATTACCAMENTO?  

La teoria dell’attaccamento, inizialmente formulata da Bowlby negli anni ’70 e successivamente approfondita da altri autori, pone la ricerca della sicurezza come motivazione primaria del comportamento e lo sviluppo del legame come base per la sopravvivenza fisica ed emotiva. 

Molte emozioni intense si sviluppano a partire dall’esperienza di attaccamento: paura se la figura di attaccamento si allontana, collera se dimostra di non essere disponibile alle richieste, tristezza se rimane per troppo tempo irraggiungibile, gioia se risponde ai segnali del bambino.

Alcune delle caratteristiche che contraddistinguono una coppia (gioia, vicinanza, gelosia, freddezza, distacco, simbiosi, sicurezza ecc.) sono in qualche modo una riedizione di dinamiche relazionali interiorizzate nell’infanzia.

Per una sana evoluzione e sviluppo del/lla bambino/a, è fondamentale poter sperimentare una relazione stabile con un/a adulto/a disponibile, protettivo, accogliente e affettuoso. Poter contare su una base sicura, farà del piccolo/a una persona adulta capace di legami forti e profondi e anche in grado di essere una persona autonoma, sicura di sé, capace di esplorare l’ambiente, percepirsi in maniera sana.

COSA SUCCEDE NELLA SCERLTA DEL PARTNER?

Quando si cerca un partner nella maggior parte dei casi ci si orienterà verso qualcuno che possa confermare i nostri MOI (modelli operativi interni):

  • se il modello interno è pervaso dalla paura di perdere le relazioni di attaccamento, i tentativi di creare legami significativi saranno molto probabilmente dominati dal senso della perdita e dall’insicurezza. Chi ritiene di non essere degno di essere amato si aspetta che gli altri gli rifiuteranno affetto e conforto e cercherà come compagno di vita chi conferma queste rappresentazioni mentali;
  • se il modello interno è caratterizzato da un attaccamento sicuro, le persone prediligeranno una relazione sentimentale con chi è altrettanto sicuro e in grado di rispondere in maniera adeguata ai loro bisogni emotivi. Quindi qualcuno che confermi la loro amabilità all’interno di un legame in cui sono prevedibili reciprocità e alternanza di ruoli tra chi dà cura e attenzione e chi riceve cura e attenzione.

N.B. L’insicurezza nell’attaccamento non va considerata patologica di per sé: si tratta di differenti forme di risposta adattive intraprese dal/lla bambino/a per interagire con il suo ambiente nel miglior modo possibile.

I 4 STILI DI ATTACCAMENTO:

Ci sono quattro diversi stili di attaccamento al genitore che influenzano le nostre relazioni sentimentali:

  1. ATTACCAMENTO SICURO (presente nel 60-65% dei bambini)
  2. ATTACCAMENTO INSICURO/EVITANTE (presente nel 20% dei bambini)
  3. ATTACCAMENTO INSICURO ANSIOSO/AMBIVALENTE (presente nel 10-15% dei bambini)
  4. ATTACCAMENTO INSICURO/DISORGANIZZATO (presente nel 5-7% dei bambini)

Per descrivere la natura dell’attaccamento vengono utilizzati quindi i due termini generali “sicuro” e “insicuro”:

  • forme di attaccamento sicuro sembrano conferire una sorta di resilienza emotiva, anche se non sono garanzia di salute mentale;
  • forme di attaccamento insicuro possono rappresentare invece un fattore di rischio significativo per quanto riguarda il successivo manifestarsi di condizioni psicopatologiche, ma NON tutti i bambini con attaccamento insicuro (nemmeno la maggior parte) svilupperanno psicopatologie.

CARATTERISCITHE DEGLI STILI DI ATTACCAMENTO INSICURO E RIPERCUSSIONI NELLA VITA DI COPPIA

Attaccamento INSICURO/EVITANTE

In questo stile di attaccamento l’adulto di riferimento è poco responsivo nei confronti del bisogno di contatto fisico manifestato dal/lla bambino/a, raramente lo abbraccia o lo coccola, non lo rassicura fisicamente nei momenti di tensione, risultando inaccessibile. Spesso mostra un atteggiamento freddo e distaccato, si occupa soprattutto della nutrizione e dell’igiene del bambino trascurando i bisogni emotivi.

Sprona il/la figlio/a ad una autonomia e indipendenza precoci, attribuendo un’importanza esagerata all’autosufficienza. In questo modo il/la bambino/a ha imparato a tranquillizzarsi da sé perché ha capito che non può aspettarsi il conforto dal genitore. Questo lo/la porta a “congelare” le proprie emozioni e si distanzia sempre più dal mondo emotivo sopravvalutando, da adulto/a, l’aspetto esclusivamente razionale.

Il/la bambino/a impara a mantenere una moderata distanza dalla madre evitando così il rischio di essere rifiutato. Il/la bambino/a evitante ha interiorizzato una storia di rifiuto e mancato riconoscimento delle richieste d’aiuto (e conforto) nei momenti di stress.

Da adulto avrà la tendenza a minimizzare i propri bisogni per prevenire il rifiuto e i suoi desideri verranno rimossi attraverso l’esclusione difensiva per non elaborare emozioni dolorose. Avrà una esagerata fiducia in sé stesso per non dipendere dall’altro (“non ho bisogno di nessuno…”), svalutando l’importanza delle relazioni, diventando talvolta cinico o eccessivamente critico.

Nella relazione di coppia l’individuo evitante fa moltissima fatica ad entrare in intimità (prima di tutto emotiva e poi fisica). Preferisce instaurare rapporti superficiali in cui non coinvolgersi eccessivamente e mettere un muro invalicabile tra sé e l’altro preservando i propri spazi di libertà e autonomia.

I soggetti con attaccamento evitante tendono a scegliere come compagni persone simili a loro considerando la reciproca necessità di mettere le distanze e il bisogno di coinvolgersi il meno possibile.

Il bisogno di proteggersi dalle delusioni li porta ad evitare relazioni troppo passionali, preservando sentimenti di indipendenza e inattaccabilità, enfatizzando l’autonomia e la fiducia in se stessi. I soggetti evitanti spesso mostrano difficoltà nel riconoscimento e nell’espressione di sentimenti negativi quali rabbia, ansia e dolore ed evitano le richieste di aiuto: è una modalità appresa per ridurre i conflitti. Le loro relazioni sono basate sulla paura dell’intimità e la gelosia è tenuta nascosta. Dichiarano il loro bisogno di porre limiti alla vicinanza, all’impegno e alle manifestazioni di affetto.

Attaccamento insicuro ANSIOSO/AMBIVALENTE

Questo stile di attaccamento è caratterizzato da un’ambivalenza di fondo da parte dell’adulto di riferimento che è incoerente e imprevedibile nelle risposte alle richieste del/lla bambino/a.

Spesso è presente un comportamento ambivalente tra molto affettuoso e molto rifiutante scollegato dalle esigenze del/lla figlio/a: il/la bambino/a avverte una minaccia alla sicurezza ed esagera nell’espressione dei suoi bisogni tentando di mantenere vicino un adulto altrimenti imprevedibile.

Il/la bambino/a è dominato da un senso di sfiducia circa l’affidabilità dei genitori: spesso il suo comportamento è ostile ed esprime rabbia accumulata, esito di un’aspettativa disattesa, di non poter mai essere sicuro di poter contare sulla figura di riferimento. Infatti spesso scarica su di essa una sorta di “rabbia disfunzionale” mettendo in atto dei comportamenti aggressivi proprio nei confronti della persona dalla quale, in realtà, desidera invece essere confortato. Il/la bambino/a apprenderà un sentimento di sfiducia, diffidenza e inaffidabilità nei confronti di un genitore che a volte è amorevole e disponibile, altre volte è inspiegabilmente ostile, assente e distaccato. 

La strategia del/lla bambino/a ambivalente è quella di tenersi aggrappato al genitore: ha bisogno di continue rassicurazioni anche perché spesso viene esposto alla minaccia di abbandono.

Il/la bambino/a si avverte come poco amabile ed è per questo motivo che cercherà di meritare l’amore dell’altro attraverso “buone prestazioni” (la sindrome della “brava bambina”) sviluppando bassa autostima e tendenza alla dipendenza dal giudizio degli altri.

Nelle relazioni di coppia la sua “insaziabilità” tende a far allontanare gli altri, mentre le sue relazioni sono spesso costellate da emozioni quali insicurezza, rabbia, passione, gelosia, paura dell’abbandono, alti livelli di angoscia e ansia. Nutre sentimenti di diffidenza e ambivalenza verso sé stesso/a e verso l’altro: il partner è percepito a volte come amorevole altre volte come detestabile e sospetterà frequentemente di lui temendo che l’altro possa interrompere inaspettatamente la relazione o che possa tradire.

Per una forte carenza di autostima e per una negativa percezione di sè stesso/a non si sentirà degno di amore e di cure dubitando del proprio valore. Il soggetto con questo tipo di attaccamento spesso non si sente capito e nutre la paura di essere lasciato dal partner o di non essere amato. Nelle relazioni affettive mostra dipendenza e non riesce a manifestare apertamente i propri bisogni perché il fulcro delle sue dinamiche relazionali è il timore della perdita o del rifiuto.

Attaccamento INSICURO/DISORGANIZZATO

In questo stile di attaccamento il genitore è svalutante, totalmente incoerente e inadempiente rispetto al ruolo genitoriale al punto tale da suscitare nel figlio risposte di paura e angoscia.

La caratteristica di questo pattern è la mancanza di una strategia coerente. L’adulto di riferimento spesso è vissuto come minaccioso e il/la bambino/a ha esperito modalità di cure basate sulla trascuratezza, abuso (anche psicologico), maltrattamento e sull’aver avuto una figura di attaccamento incapace di offrire accudimento. Per un insieme di fattori l’adulto di riferimento si pone nei confronti del piccolo come spaventato o preoccupato dai suoi problemi e per questo motivo risulta tale da incutere spavento.

Il/la bambino/a mette in atto dei comportamenti che potrebbero appartenere ad una strategia di difesa: è disorientato nel decodificare lo stato emotivo di un adulto potenzialmente pericoloso, della quale non è possibile prevedere le reazioni e con cui è necessario stare all’erta. Inoltre, non capendo il motivo dell’atteggiamento dell’adulto, il/la bambino/a pensa di essere la causa sviluppando un’idea di sé come cattivo e pericoloso. Tuttavia il/la bambino/a non può fare a meno del genitore e gli si lega affettivamente nonostante gli abusi e le minacce subite.

Il/la bambino/a disorientato ha bassa autostima e molte incertezze: il modello negativo che ha degli altri lo/a porta ad evitare richieste di aiuto.

Il risultato di questo stile di attaccamento è l’interiorizzazione di una figura di riferimento come fonte di minaccia. Il/la bambino/a vivrà sentimenti contraddittori e dissociati come esito di esperienze di paura e di aggressione vissute nelle esperienze primarie. 

Da adulto cercherà partner sentimentali altrettanto imprevedibili e incoerenti nel comportamento. Il soggetto non si pone il problema dell’amabilità, bensì quello della forza, per poter fronteggiare il pericolo, avvertendo sé stesso e l’altro secondo il modello forte/debole.

Nelle relazioni di coppia il risultato di questo tipo di attaccamento è quello di relazioni altamente disfunzionali (del tipo vittima-carnefice). Spesso le persone metteranno in atto comportamenti alternati tra aggressivi o di sottomissione provando emozioni molto amplificate rispetto alla situazione reale.

PROSPETTIVE DI CAMBIAMENTO

In conclusione, abbiamo visto come il modello di attaccamento che abbiamo interiorizzato nell’interazione con le figure genitoriali condizioni significativamente il modo in cui viviamo i legami sentimentali.

Emerge quanto la presenza di uno stile di attaccamento insicuro in entrambi i partner può determinare difficoltà di comunicazione e regolazione affettiva. Invece, in una relazione in cui almeno uno dei due partner abbia vissuto uno stile di attaccamento sicuro, può accadere che si verifichi un cambiamento nei modelli mentali del partner insicuro, predisponendolo gradualmente a sviluppare la fiducia in sé e nell’altro.

Possiamo affermare che avere un modello di attaccamento insicuro NON significa necessariamente essere destinati a vivere per sempre relazioni d’amore insoddisfacenti o frustranti.

I soggetti con attaccamento insicuro possono evolvere e modificare in senso migliorativo la loro modalità relazionale disfunzionale. Ciò può avvenire sia in seguito a legami affettivi con partner sicuri (in grado di disconfermare le loro percezioni negative di sé e dell’altro), sia in seguito ad un percorso di consapevolezza delle proprie dinamiche affettive.

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